Il giorno 22 settembre a Senigallia si è svoto il seminario “La Promozione Sportiva giovanile sul territorio”, organizzato dall’Ufficio Promozione e Territorio del CONI, in occasione del Trofeo CONI Kinder+Sport.
Ha partecipato per la FIPM il responsabile della Promozione e Sviluppo, Prof. Pier Paolo Alessandro.
All’appuntamento hanno preso parte i vertici dello sport nazionale, dal Presidente del CONI Giovanni Malagò, al Vice Presidente Alessandra Sensini, al Segretario Generale Roberto Fabbricini, al Vice Segretario e Responsabile della Preparazione Olimpica Carlo Mornati, all’A.D. di Coni Servizi Alberto Miglietta ai rappresentanti delle Federazioni dei Comitati Regionali e delle Scuole dello Sport.
Sono stati trattati importanti temi relativi alla promozione dello sport. Nei gruppi di lavoro sono emersi interessanti spunti di riflessione per l’elaborazione di strategie e programmazione di lunga prospettiva.
Di seguito la relazione riassuntiva del Prof. Pier Paolo. Alessandro:
Relazione sul seminario ‘La Promozione Sportiva giovanile sul territorio’
Giovanni Malagò. Saluti introduttivi.
“Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano è considerato il miglior comitato al mondo perché tutti riconoscono che
quello che facciamo noi gli altri se lo sognano. Gli altri Comitati non parlano di territorio”. Siamo gli unici a
svolgere attività in tutte le discipline su tutto il territorio nazionale e a tutti i livelli dalla promozione all’alto livello.
La carenza del sistema scuola e pratica sportiva ci danneggia nella promozione sportiva. Ha poi riportato il
modello della Gran Bretagna con le sue differenze e discriminazioni rispetto al nostro.
Carlo Mornati ha offerto una panoramica sullo sport di Alto Livello.
“Il Presidente è stato estremamente puntuale nel segnalare i nostri punti di forza e le nostre debolezze”
Organizzare seminari per direttori tecnici sul territorio è vincente perché lo sport lo fate voi. Il nostro è in
assoluto il miglior sistema sportivo del mondo, ma noi non ce ne rendiamo conto.
Abbiamo armi mostruose ma poche cartucce e con quegli atleti facciamo dei miracoli perché facciamo lo sport
senza la scuola.
Eppure siamo nella Top Ten del medagliere olimpico, nella Top Ten a livello giovanile. Nel processo evolutivo
dall’attività giovanile all’attività di alto livello siamo i migliori.
C’è anche però il lato negativo: i numeri ci mettono in una grandissima difficoltà. A Rio abbiamo migliorato il
trend rispetto al passato, e l’età media dei medagliati (27,21 anni) è stata la più bassa delle ultime edizioni,
seconda solo a Los Angeles 84. Ad oggi, quest’anno, abbiamo vinto 23 medaglie ai mondiali, 33 medaglie a
livello junior. È solo la nostra capacità di rigenerarci che ci dà questi numeri. Prendiamo medaglie in 18
specialità olimpiche diverse, ma il problema lo dobbiamo affrontare. Il problema più grande è il decremento
demografico: nel 1996 c’erano 13 milioni di italiani tra i 20 e i 34 anni, la fascia più competitiva per il programmo
olimpico. Quelli che andranno a Tokyo, saranno selezionati in un bacino inferiore di 4 milioni e mezzo. Se già
prima, con i numeri risicati perché la scuola non vi aiuta, avevate tre ragazzi su cui puntare oggi ne avete uno. È
un numero mostruoso è come se sparisse dall’oggi al domani Roma. Nessuno ha un comitato così ramificato nel
territorio e se vogliamo pensare a Tokyo 2020 dobbiamo pensare lavorare da novembre, quando inizia la
stagione junior”.
Cecilia D’Angelo, responsabile dell’Ufficio Promozione e Territorio del CONI, ha illustrato quindi le iniziative
messe in campo per favorire l’attività motoria a livello giovanile.
Gli obiettivi sono quelli di rispettare la crescita dei nostri ragazzi per aiutare a sviluppare le loro identità di
persone che conserveranno uno stile di vita che li aiuti ad acquisire un bagaglio motorio ampio. Dobbiamo
costruire ponti con la scuola, arrivare sul territorio, scuola per scuola affinché il dirigente scolastico si parli con le
nostre società. I nostri centri CONI, gli EduCamp, i centri sportivi multidisciplinari, il Trofeo CONI diventa un
momento del sano agonismo, una miniolimpiade.
Vogliamo promuovere un’offerta sportiva varia affinché i ragazzi possano fare un’esperienza motoria varia, per
poi orientarsi. C’è bisogno di fare sistema, qui oggi ci sono le persone che hanno il compito di mettersi insieme
per programmare sul territorio l’attività sportiva.
Le Scuole dello Sport devono aiutarci a fare sistema per poter programmare ad inizio anno le attività.
Claudio Gallozzi. Istituto di Medicina dello Sport.
Ha presentato uno studio volto alla realizzazione di un test innovativo per la valutazione funzionale nell’età
evolutiva.
Sandro Donati. Tecnico sportivo
“Esistono nessi tra l’attività motoria dei bambini e la preparazione degli atleti di alto livello? L’allenamento
sportivo è un processo pedagogico educativo complesso che presuppone la scelte degli esercizi più adatti alla
caratteristiche individuale e alle prospettiva di specializzazione sportiva del soggetto.
La multilateralità rende dunque più efficace l’allenamento nell’intera carriera dell’atleta e l’allenatore che si forma
nella fascia giovanile è già predisposto e intuisce che la multilateralità ti consente di superare le barriere. Un
sistema di attività multilaterale nei bambini apre strada all’aspetto ludico che non è disgiunto dall’aspetto
educativo. La formazione giovanile così intesa può costituire una base nella successiva specializzazione
sportiva, ma c’è anche un presupposto sullo stile di vita del bambino”.
La relazione di Cecilia D’Angelo http://www.coni.it/images/Relazione_Cecilia_DAngelo.pdf
La relazione di Claudio Gallozzi http://www.coni.it/images/Relazione_Claudio_Gallozzi.pdf
La relazione di Sandro Donati http://www.coni.it/images/Relazione_Alessandro_Donati.pdf
Foto www.coni.it